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Perché è così difficile sfatare i miti sulla formazione del traduttore?
Thread poster: Gaetano Silvestri Campagnano
Gaetano Silvestri Campagnano
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Grazie a te Feb 8, 2021

Susanna Martoni wrote:

Non sono purista, tranne per il fatto che mi piacciono le scienze del linguaggio e di conseguenza si aprono sipari sempre nuovi, anche puristi, da esplorare.
Non sono tecnicista data la specializazione ma dopo anni e anni mi ritrovo a gestire progetti molto tecnici (ultra, a volte).



Ciao Susanna,

Grazie mille a te per l'intervento. Sicuramente non ti assocerei mai a nessuna delle due suddette definizioni, che ho usato nel post solo ai fini di una maggiore semplicità. Infatti, amare o coltivare le lingue e le discipline linguistiche, o tradurre nei settori tecnici, sono se mai aspetti positivi, e nulla hanno a che vedere con le posizioni estreme che ho voluto riassumere con quelle definizioni.


Susanna Martoni
 
Claudio Porcellana (X)
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Perché è così difficile sfatare i miti sulla formazione del traduttore? Feb 10, 2021

In medio stat virtus (cit. Aristotele)

non lo potevi dire meglio Gaetano


ciò detto da un professionista che, purtroppo per i miei revisori (LOL), non è laureato in lingue e neppure in traduzioni


Gaetano Silvestri Campagnano
 
Gaetano Silvestri Campagnano
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Grazie ancora Feb 11, 2021

Grazie mille anche a te, Claudio. Sempre bontà tua.

Qaplà!

Ti ho salutato con una formula che, come ricordo, utilizzavi diverso tempo fa, e che rappresenta forse una passione comune a entrambi. Gli appassionati capiranno.


[Modificato alle 2021-02-11 15:41 GMT]


Claudio Porcellana (X)
 
Daniel Frisano
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Confusi? Feb 18, 2021

Curioso che molti di quelli che in un altro thread erano pronti a difendere con il sangue l'assoluta necessità di una formazione specifica (vedi SSIT e simili) improvvisamente sono d'accordo sul fatto che la formazione è pressoché irrilevante.

Avete tutti cambiato idea di colpo? O forse siete solo un po' confusi?


NFtranslations
Ivan Patti
Claudio Porcellana (X)
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Gaetano Silvestri Campagnano
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Conserviamo la pacatezza del thread Feb 18, 2021

Daniel Frisano wrote:

Curioso che molti di quelli che in un altro thread erano pronti a difendere con il sangue l'assoluta necessità di una formazione specifica (vedi SSIT e simili) improvvisamente sono d'accordo sul fatto che la formazione è pressoché irrilevante.

Avete tutti cambiato idea di colpo? O forse siete solo un po' confusi?


Grazie per l'intervento, Daniel, ma accontentiamoci che in questo thread sia avvenuto il piccolo miracolo di mettere d'accordo posizioni opposte e spesso in conflitto tra loro. Il che, naturalmente, non è cosa da poco.

Se hai seguito lo sviluppo del filone fin dall'inizio, ricorderai che, nel post di apertura, ho chiesto espressamente di evitare i commenti da tifoseria e gli attacchi personali. E questo per non trasformare il thread in un putiferio, come accade di solito quando si toccano argomenti del genere. Perciò sarò molto grato a tutti quelli che contribuiranno a mantenere la pacatezza di questa discussione.

[Modificato alle 2021-02-19 10:23 GMT]


P.L.F. Persio
Marina Taffetani
Angie Garbarino
 
mikhailo
mikhailo
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re Feb 18, 2021

2) Il mito della necessità assoluta di una formazione tecnica specifica

verissimo.

IMHO
1. Oggi 75-80% di documenti technici italiani sono di qualita' male e peggiore. Scrittori e traduttori ignoranti (grazie outsourcing), machine translation (google, deepl etc), fretta (bisogna ieri).
2. Traduttore che non ha formazione specifica non puo tradurre tali documenti correttamente (se questo e' possibile in genere).

Non dirmi, che il
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2) Il mito della necessità assoluta di una formazione tecnica specifica

verissimo.

IMHO
1. Oggi 75-80% di documenti technici italiani sono di qualita' male e peggiore. Scrittori e traduttori ignoranti (grazie outsourcing), machine translation (google, deepl etc), fretta (bisogna ieri).
2. Traduttore che non ha formazione specifica non puo tradurre tali documenti correttamente (se questo e' possibile in genere).

Non dirmi, che il traduttore senza laurea/diploma+esperienza in medicina puo tradurre bene i libri di medicina o il traduttore senza laurea/diploma+esperienza in matematica superiore puo tradurre i.e. la dimostrazione della Congettura di Poincaré o Congettura ABC di Mochizuki.
(solo gente da ISO, che hanno scritto ISO 17100, ci credono)

Provare di leggere «Scienza della logica» di Hegel. Chi qui puo dire che capirla completamente? Ma se non puo capirla, come puo tradurla? E i libri sono di alta qualita' generalmente.

(Scusi per errori)

PS. Rarissimi eccezioni confermano soltanto la regola.
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Daniela Zambrini
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Non ho volutamente letto l'altro thread prima di rispondere Feb 19, 2021

Daniel Frisano wrote:

Curioso che molti di quelli che in un altro thread erano pronti a difendere con il sangue l'assoluta necessità di una formazione specifica (vedi SSIT e simili) improvvisamente sono d'accordo sul fatto che la formazione è pressoché irrilevante.

Avete tutti cambiato idea di colpo? O forse siete solo un po' confusi?


Ciao Daniel,
credo che la premessa per la discussione equilibrata che si è svolta in questo thread sino a ora sia proprio dovuta all'ottima formulazione della domanda posta da Gaetano:
"Perché è così difficile sfatare i miti sulla formazione del traduttore?".
Non era dunque una domanda con solo due possibilità di risposta su quale percorso fosse quello ideale o perfetto.

Dal mio piccolo e limitato punto di vista la vera difficoltà nello sfatare i miti risiede nel nel fatto che ognuno di noi, per fortuna (e mai purtroppo!), ha raggiunto traguardi professionali nel settore della traduzione seguendo percorsi diversi, e sebbene siamo professionisti nel campo della comunicazione tendiamo a volte ad arroccarci su posizioni difensive che guarda caso riguardano il nostro tipo di percorso e raramente quello degli altri.

L'ho detto più volte e lo ripeto: qualsiasi sia stato l'approccio iniziale alla professione, io credo fortemente nella formazione continua. Possiamo tutti colmare i gap formativi iniziali, apprendere nuove specializzazioni e competenze, e ritrovarci prima o poi in quel punto ideale in cui convergono le nostre strade perché ciascuno di noi, a modo suo, ha riempito con ulteriore studio e impegno le proprie lacune iniziali, qualsiasi esse fossero.


Angie Garbarino
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Angie Garbarino
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Per quanto mi riguarda Feb 19, 2021

Daniela Zambrini wrote:
qualsiasi sia stato l'approccio iniziale alla professione, io credo fortemente nella formazione continua. Possiamo tutti colmare i gap formativi iniziali, apprendere nuove specializzazioni e competenze, e ritrovarci prima o poi in quel punto ideale in cui convergono le nostre strade perché ciascuno di noi, a modo suo, ha riempito con ulteriore studio e impegno le proprie lacune iniziali, qualsiasi esse fossero.



Esattamente questo volevo dire... eppure non è stato capito, nemmeno ripetendo e rielaborando 4 volte. Formazione continua laddove sia a seconda dei casi approfondimento della tecnica di traduzione e/o del registro specifico, e/o della lingua sorgente.

Ciao!


Susanna Martoni
 
Gaetano Silvestri Campagnano
Gaetano Silvestri Campagnano  Identity Verified
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La stessa traduzione è una formazione Feb 19, 2021

La stessa traduzione, del resto, rappresenta di per sé una formazione continua, sia per l'esperienza che consente di accumulare, sia per tutto ciò che consente di imparare. A maggior ragione, naturalmente, se si svolgono anche ricerche approfondite sugli argomenti tradotti, mirate a migliorare la conoscenza di tali argomenti, oltre che a verificare la correttezza dei termini utilizzati nella traduzione.

Anche la formazione "in fieri", quindi, nel nostro campo può avvenire nei mod
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La stessa traduzione, del resto, rappresenta di per sé una formazione continua, sia per l'esperienza che consente di accumulare, sia per tutto ciò che consente di imparare. A maggior ragione, naturalmente, se si svolgono anche ricerche approfondite sugli argomenti tradotti, mirate a migliorare la conoscenza di tali argomenti, oltre che a verificare la correttezza dei termini utilizzati nella traduzione.

Anche la formazione "in fieri", quindi, nel nostro campo può avvenire nei modi più disparati, persino, appunto, con la sola esperienza pratica. Ciò che conta, appunto, è solo tradurre in modo corretto.

[Modificato alle 2021-02-19 12:06 GMT]
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Susanna Martoni
Oriana W.
 
Gaetano Silvestri Campagnano
Gaetano Silvestri Campagnano  Identity Verified
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Questa è solo la tua opinione Feb 19, 2021

mikhailo wrote:

2) Il mito della necessità assoluta di una formazione tecnica specifica

verissimo.

IMHO
1. Oggi 75-80% di documenti technici italiani sono di qualita' male e peggiore. Scrittori e traduttori ignoranti (grazie outsourcing), machine translation (google, deepl etc), fretta (bisogna ieri).
2. Traduttore che non ha formazione specifica non puo tradurre tali documenti correttamente (se questo e' possibile in genere).

Non dirmi, che il traduttore senza laurea/diploma+esperienza in medicina puo tradurre bene i libri di medicina o il traduttore senza laurea/diploma+esperienza in matematica superiore puo tradurre i.e. la dimostrazione della Congettura di Poincaré o Congettura ABC di Mochizuki.
(solo gente da ISO, che hanno scritto ISO 17100, ci credono)

Provare di leggere «Scienza della logica» di Hegel. Chi qui puo dire che capirla completamente? Ma se non puo capirla, come puo tradurla? E i libri sono di alta qualita' generalmente.

(Scusi per errori)

PS. Rarissimi eccezioni confermano soltanto la regola.


Ecco il primo intervento di un "tifoso". Purtroppo è arrivato, ma bisognava aspettarselo prima o poi. Eppure avevo chiesto con la massima cortesia a quelli che ancora credono fermamente nei due suddetti miti di astenersi dall'intervenire in questo thread. Anche perché avevo sottolineato che di discorsi come questi (come pure di quelli relativi al mito opposto), ne abbiamo veramente abbastanza nel forum.

Perciò, scusami, ma viste le premesse della discussione, che forse non hai letto, credo che tu abbia proprio sbagliato thread.

Vediamo, infatti, che in questo forum ci sono tantissime discussioni in cui, da quando esiste ProZ, continuano a scontrarsi i sostenitori dei due miti opposti, mentre questa è l'unica discussione che cerca (o almeno cercava) di andare in tutt'altra direzione

Mi dispiace dover ribadire cose che ho già scritto, ma quanto hai asserito è solo la tua opinione, perché la realtà, come ho già detto e come sappiamo tutti, è ben diversa. Il mondo è pieno di ottimi traduttori di medicina, matematica e filosofia che non hanno una laurea in nessuno di questi campi. Sono la stragrande maggioranza i traduttori di ogni Paese che hanno tradotto perfettamente opere anche più difficili di quelle che hai citato, senza mai avere avuto una laurea in quelle discipline. In queste materie hanno comunque acquisito un'esperienza sufficiente a tradurre quelle opere in modo corretto, senza che per questo fosse necessario prendere una laurea specifica.

Riguardo poi alla medicina, non parlo neanche del sottoscritto (che pure, traducendo in campo medico da almeno un quarto di secolo, qualcosina del settore deve averlo pure imparato), ma mi riferisco ai tantissimi ottimi traduttori medici non laureati in medicina (senza nulla togliere ai pur bravi medici-traduttori), che troviamo anche qui in ProZ. Non si tratta perciò sicuramente di eccezioni, ma della regola di base.

Ti ringrazio ugualmente, però, perché hai confermato il concetto che dà il titolo al thread, e cioè il fatto che i due miti opposti sono veramente molto difficili da sfatare.

Eppure, come ho già detto, sembra proprio strano che molti non arrivino a comprendere un principio così evidente, basato su una logica davvero elementare: non conta il percorso fatto per diventare traduttori, conta solo tradurre correttamente.


[Modificato alle 2021-02-19 21:40 GMT]


Angie Garbarino
P.L.F. Persio
 
Giovanni Milone
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Il pensiero dicotomico Feb 20, 2021

...del tipo "bianco o nero", "uno o zero", "capace o incapace" non aiuta.

La maggioranza dei traduttori non traduce Poincarè, Hegel o Joyce, ma contratti, materiale di marketing, testi medici, ecc.

Ciò che conta è riconoscere (e vedersi riconosciute, senza indifendibili massimalismi) il proprio valore e i propri limiti in modo onesto.

Non a caso, è prassi comune nella professione (indipendentemente dal percorso fatto) specificare nella propria presentaz
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...del tipo "bianco o nero", "uno o zero", "capace o incapace" non aiuta.

La maggioranza dei traduttori non traduce Poincarè, Hegel o Joyce, ma contratti, materiale di marketing, testi medici, ecc.

Ciò che conta è riconoscere (e vedersi riconosciute, senza indifendibili massimalismi) il proprio valore e i propri limiti in modo onesto.

Non a caso, è prassi comune nella professione (indipendentemente dal percorso fatto) specificare nella propria presentazione di accettare solo lavori che si è sicuri di saper svolgere in modo adeguato.

Gioverebbero a tutti anche un po' più di spirito collaborativo e una distensione di questo clima da barricate e lotte per un posticino meno all'ombra.
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Gaetano Silvestri Campagnano
Luciana Trevisi
Marina Taffetani
Luisa Fiorini
P.L.F. Persio
Claudio Porcellana (X)
Daniela Zambrini
 
NFtranslations
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Faccio un intervento breve e conciso Mar 3, 2021

Quello che conta è l'esperienza.

Oggi a 52 anni ho imparato che radiale significa dritto; prendendo ad esempio la luce, la diffusione avviene in linea retta dalla sorgente.
Negli aspetti tecnici o ci sei stato dentro e li mastichi, oppure non riuscirai mai a svolgere un lavoro di traduzione adeguato. L'esperienza deriva da anni di pratica avvenuta in un qualche modo, sul campo o tramite traduzioni con seri approfondimenti del materiale.

Senza alcuna polemica, l
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Quello che conta è l'esperienza.

Oggi a 52 anni ho imparato che radiale significa dritto; prendendo ad esempio la luce, la diffusione avviene in linea retta dalla sorgente.
Negli aspetti tecnici o ci sei stato dentro e li mastichi, oppure non riuscirai mai a svolgere un lavoro di traduzione adeguato. L'esperienza deriva da anni di pratica avvenuta in un qualche modo, sul campo o tramite traduzioni con seri approfondimenti del materiale.

Senza alcuna polemica, l'unica cosa che mi sorprende è vedere la diversità di vedute di alcuni utenti a seconda dell'argomento del post.

Buon lavoro
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Gaetano Silvestri Campagnano
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Importanza dell'esperienza Mar 3, 2021

Nicola Fortunato wrote:

Quello che conta è l'esperienza.

Oggi a 52 anni ho imparato che radiale significa dritto; prendendo ad esempio la luce, la diffusione avviene in linea retta dalla sorgente.
Negli aspetti tecnici o ci sei stato dentro e li mastichi, oppure non riuscirai mai a svolgere un lavoro di traduzione adeguato. L'esperienza deriva da anni di pratica avvenuta in un qualche modo, sul campo o tramite traduzioni con seri approfondimenti del materiale.

Senza alcuna polemica, l'unica cosa che mi sorprende è vedere la diversità di vedute di alcuni utenti a seconda dell'argomento del post.

Buon lavoro


Ciao Nicola,

Sai quanta stima ho di te e di tutti gli ottimi colleghi che provengono dal campo tecnico. Come dicevo prima, valorizziamo soprattutto i punti di accordo che, miracolosamente rispetto ad altre discussioni, abbiamo trovato in questo thread. E uno di questi punti indiscutibili è appunto l'importanza fondamentale dell'esperienza, che hai giustamente ricordato.

Ed è altrettanto indiscutibile il fatto che non ha importanza il modo in cui si realizzano l'esperienza e la formazione, come dimostra il fatto che esistono bravissimi traduttori di ogni campo provenienti da qualsiasi tipo di formazione e con esperienze del tutto diverse.

Senza affermazioni perentorie o posizioni estreme, che ho anche chiesto cortesemente di evitare in questa sede, teniamo sempre presente che, come risulta evidente anche qui in ProZ, nella traduzione conta solo il punto di arrivo, che è tradurre correttamente, e non il modo in cui si è arrivati a quel traguardo.

[Modificato alle 2021-03-03 10:27 GMT]


 
NFtranslations
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un problema di fondo potrebbe essere May 26, 2021

Non vorrei sembrare OT caro Gaetano ma IMHO una grande considerazione dovrebbe essere rivolta al fatto che per conoscere approfonditamente una lingua ci vuole una vita. Altrettanto, per disporre di solide conoscenze tecniche ci vuole una vita di studi; per cui per essere un buon traduttore tecnico ci vogliono due vite. Ahah!
Con questo vorrei evidenziare che buona cosa sarebbe tenere in considerazione questo aspetto e prima di ragionare e agire porre una buona dose di modestia.
Buona
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Non vorrei sembrare OT caro Gaetano ma IMHO una grande considerazione dovrebbe essere rivolta al fatto che per conoscere approfonditamente una lingua ci vuole una vita. Altrettanto, per disporre di solide conoscenze tecniche ci vuole una vita di studi; per cui per essere un buon traduttore tecnico ci vogliono due vite. Ahah!
Con questo vorrei evidenziare che buona cosa sarebbe tenere in considerazione questo aspetto e prima di ragionare e agire porre una buona dose di modestia.
Buona giornata a tutti

[Edited at 2021-05-26 08:35 GMT]
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Tom in London
Tom in London
United Kingdom
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Domanda e risposta May 26, 2021

Domanda: Perché è così difficile sfatare i miti sulla formazione del traduttore?
Risposta: Perché non sono miti.


Angie Garbarino
 
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